venerdì 8 maggio 2009

Max Calderan: l'uomo che riempie d'amore i deserti


"Nulla è impossibile se lo hai già realizzato nella tua mente". Questa la frase che mi ha incollata subito al suo sito internet insieme alla purezza del suo sguardo.
Riduttivo descrivere quest'uomo che giornalisticamente parlando è un "esploratore estremo desertico". Difficilissimo anche avere l'onore di intervistarlo perchè come tutti i grandi è molto selettivo e quindi, anche se da bon ton si dovrebbe fare alla fine, inizio ringraziando lui e la sua deliziosa moglie e press agent Krista Corso per l'onore che mi hanno concesso.

Quando leggerete quest'intervista sarà il mese di maggio e chi vi scrive sarà con il cuore al suo fianco nella Gerusalemme - Gaza - Sinai (540 km), corsa per l`'amore voluta per riempire il vuoto delle anime e per gridare che nel nome di Dio non si uccide, ma si ama.
Due doverose righe della sua biografia dei record per inquadrare il personaggio. Unico uomo al mondo che sopravvive da solo d'estate in un deserto, in autosufficienza, senza medico, senza assistenza, non stop, dormendo con micro cicli di sonno da 7 min. Questo è Max Calderan che attraversa i deserti a piedi, riempiendoli d'amore.
La scienza ancora non sa spiegare il motivo per il quale sopravvive esposto a tali disumane condizioni! Queste le sue 4 prime mondiali dei record: Qatar 202 km in 38 ore - 45 gradi; Oman 437 km in 90 ore – 42 gradi; Oman 198 km in 49 ore – 58 gradi: Oman 360 km in 75 ore – 52 gradi. Ed eccoci all'oggi, alla corsa dell`Amore nella striscia di Gaza e poi, nel 2010 alla sfida più estrema: l'attraversamento dell'Empty Quarter in Arabia Saudita, 1400 chilometri di sabbia infuocata... Max mi sorprende subito con un'altra delle sue frasi che ti portano ad una immediata riflessione. "Il deserto non cambia, ma fa emergere quello che siamo in realtà".

Quando nasce il tuo amore per il deserto?

L'innamoramento è nato a 7 anni. Sfogliando un’enciclopedia rimasi colpito dall'immagine di un beduino a cammello e fu come essere risucchiato da quella foto, nella cui didascalia c'era scritto "deserto dell' Empty Quarter, Arabia Saudita". Mi vedevo in quel beduino e realizzai un disegno ispirandomi a quell'immagine e ci scrissi sopra: 2010 deserto arabico. Poi andai da mia madre e dissi: "Tuo figlio quando avrà più o meno 40 anni sarà il primo uomo ad attraversare questo deserto inesplorato".

Quindi si può dire che stai realizzando i tuoi sogni di bambino?


Penso che ognuno di noi può ottenere ciò che vuole se lo vuole. Talvolta senti dire "questa cosa non è possibile che riesca a farla". Questo concetto non esiste. Non esiste non farcela se vuoi realizzare qualcosa in maniera viscerale, quasi spirituale. Se vuoi quella cosa la vedi realizzata, la visualizzi intensamente e a quel punto niente è impossibile. Basta solo saper eliminare dalla testa i cattivi pensieri e le cattive compagnie. Se poi alla fine non ce la fai proprio, niente è perduto, vuol dire che sei comunque un essere umano capace di sognare e se sei capace di sognare vuol dire che sei un uomo vivo.

Ci racconti un po' della tua forza interiore e di come fai tecnicamente a sopravvivere nel deserto in condizioni così estreme?


Prima di tutto vorrei dire che non sono una persona straordinaria, ma del tutto normale. Il mio elettroencefalogramma, il mio elettrocardiogramma, le mie analisi del sangue ecc, sono in linea con quelle di qualsiasi signore sedentario della mia età. Anche se il mio elettrocardiogramma mostra un cuore perfettamente conservato pari a quello di un ragazzo di 18 anni, nessun segno di ingrossamento tipico dell`atleta. Non vi dovete sorprendere di ciò che faccio, ma anzi, sono io a sorprendermi del fatto che gli altri non riescano a fare lo stesso. Non lo fanno non perché non ne sono capaci, ma perché non conoscono la forza che hanno dentro. Una forza però oscurata e che è la linfa che permette a chiunque di fare cose grandi.
Tanti mi domandano: ma come fai a sopravvivere, come ti alleni, cosa mangi nel deserto, ecc... Non ho segreti o cose particolari da raccontare. Sono solo me stesso senza condizionamenti. Non mi faccio distrarre da ciò che ci pone dei limiti. Mi spiego: se leggiamo che un uomo muore nel deserto a 58° gradi allora è facile che muoia, ma se abbiamo la forza di togliere questo limite è fatta. Tutti ce la possono fare a non morire senza mangiare, senza dormire, non fermandosi mai, senza gps, senza satellitare, ecc. Siamo molto più grandi di quello che vogliono farci credere.

Tu come sei riuscito a scoprire queste capacità?

Non ho mai fatto meditazioni, né training autogeno, né corsi di yoga pur considerando queste discipline importantissime e funzionali per alcuni. Personalmente sono convinto che applicare un metodo esterno a noi funziona, ma non ci appartiene ed è di conseguenza contaminato in qualche modo. Se vogliamo scoprire qualcosa del mondo il cannocchiale non bisogna puntarlo verso il cielo, ma lo dobbiamo girare verso noi stessi e scavarci dentro per divenire poi consapevoli della nostra forza.

Il deserto quindi ci aiuta a scoprire chi siamo?

Il deserto più grande non è fra chilometri di sabbia, ma è qua, nella civiltà. Il serpente peggiore è nascosto non sotto un sasso, ma nell'ufficio dove lavoriamo al nostro fianco. Gli animali più pericolosi sono nelle città. Il pericolo più grande non è celato fra 1000 chilometri di sabbia, ma nella stazione a Milano a mezzanotte.
E' importante che in ogni cosa ci sia un incontro di anime. Questo è ciò che aiuta a scoprire chi siamo, il vero condizionamento positivo che ci deve guidare. La mia forza viene da lì, nella vita di tutti i giorni.
Niente alibi né compromessi e anche la persona che mi sta al fianco, ad esempio, è un’anima non condizionata.
Nel deserto sono un superman solo perché nella vita reale ho questa grande forza che mi da un grande amore. Un amore con la A maiuscola non fatto di "quanto mi manchi" ma di condivisione vera, di credere che esista qualcosa di più grande, valori considerati desueti ancora validi. Avere accanto una donna che non è solo un corpo che ti stira una camicia o che viene buttata in televisione mezza nuda, ma che rappresenti il tuo traguardo più grande: un'unione di coppia oltre ogni limite.

In 4 prime mondiali in solitaria avrai avuto momenti drammatici o catartici da raccontare...

Potrei raccontare qualcosa solo portando una visualizzazione. Immaginiamo un mezzogiorno, pieno agosto in spiaggia. Togliamo tutti gli ombrelloni e le persone. Guardiamo la sabbia che però non finisce nel mare, ma prosegue a perdita d'occhio. 58 gradi, la sensazione di essere chiusi dentro un'auto priva di aria condizionata. Vorresti aprire il finestrino ma non puoi, vorresti scappare ma non puoi... Controlli la tua borraccia e ti accorgi che hai finito l'acqua. Ti guardi intorno, non c'è nessuno... Ecco, quello è il momento più drammatico, che per me è invece il momento dell'opportunità più grande che Dio mi possa dare. E come se mi dicesse: "Ehi svegliati ragazzo, il tuo limite lo puoi spostare ancora più in là, lo sai che sei più grande di questo!"
E' nel momento del dramma che riconosci anche la forza delle anime; in quei momenti non sei mai solo per davvero. Io ho con me l'anima di mia moglie che mi dice "ce la puoi fare", una forza in più l'essere in due non come due corpi, ma come due anime. L'anima di mia moglie entra in me, come se la indossassi, e mi sprona. Ecco: due anime unite hanno una forza davvero dirompente, l'uomo individualista non raggiungerà mai ciò che vuole.
Ma se invece tu mi chiedi in assoluto qual è il mio momento peggiore ti dico solo che è il temere di non riuscire a comunicare bene agli altri quello che voglio dire. Questo per me è più drammatico che rimanere senz'acqua nel deserto!

Cos'è la paura per te?

Uno strumento di controllo delle masse. Per me non esiste, la paura ci condiziona, ci frena e ci blocca in tante, troppe, molte cose.

Leggevo di questi micro cicli di sonno, ma come fai a dormire così poco?

Niente di straordinario anche in questo. I miei micro cicli di sonno riportano semplicemente all'origine dell'uomo. L'uomo delle caverne infatti, doveva stare all'erta se non voleva essere assalito dalle prede e dormiva così. L'inganno del sonno è nato dopo ed è stato indotto dal nutrirsi con i farinacei che prima non esistevano. In realtà le canoniche otto ore di sonno non servono, è lo stress della vita di oggi che conduce a dormire molto.

Come ci si sente ad essere soli in un deserto?

Nel deserto non si è mai veramente soli. C'è sempre qualcosa di più grande che ci fa compagnia e con cui, se vuoi, parli. Le anime delle persone a cui vuoi bene sono lì con te: parli con loro, parli con Gesù.
A questo proposito mi fece una domanda straordinaria Patty Pravo che notoriamente è un'amante e frequentatrice dei deserti. Mi disse: "ma Max come fai a trovare la forza per uscire dal deserto". Ecco, questo è il fulcro del discorso: dal deserto è difficile trovare la forza per uscirne. Stai così bene che vorresti solo non uscire e portare lì con te, fuori dal caos, le persone che ami.

Ma che odori, che profumi si sentono?

Gli odori e i sentori del deserto sono affascinanti. Il caldo, per esempio, ha un odore che si può qualificare come un odore liquido ed avvolgente che permea i pori fino a farli dilatare e che ti entra nel corpo. E' odore caldo vivo, pieno di energia. Poi senti il battito del tuo cuore perché non sei disturbato da rumori esterni; senti il fruscio del sangue che scorre nelle tue vene, senti il tuo respiro e alla fine scopri che il silenzio assoluto non esiste perché senti sempre un rumore in sottofondo, che sei tu con la tua anima viva.
Gli animali che incontri poi nel deserto, tipo lo scorpione, il serpente e quant'altro sono un tutt’uno con l'universo, uno splendido regalo di Dio che abbiamo quasi completamente distrutto.

Raccontaci di questa viaggio di maggio 2009?

E' una corsa un po' diversa dalle altre. E' l'attraversamento dell'anima dell'uomo, è il cercare di riempire il deserto con tutto l'amore del mondo. Oggi non diciamo più ti amo, non ascoltiamo più i nostri vecchi che sono la nostra memoria. Riflettiamo: questo è il vero deserto, il deserto dell'anima che va riempito tutti i giorni con piccoli gesti. In Terrasanta vado per riproporre quello che dovremo fare tutti nella vita di tutti i giorni.

Dopo "la forza dentro" stai scrivendo un altro libro. Cosa ci racconterai?

Di questo viaggio in Terrasanta e del mio incontro, nel suo stesso deserto, con Gesù. Ci troveremo come vecchi amici vicino ad un capanno. Lui mi racconterà del suo mondo di 2000 anni fa io di quello di oggi e alla fine si arrabbierà tantissimo nell'apprendere di come la sua figura e la sua opera sia stata usata per illudere e per trarne profitto.

Quasi banale, ma doveroso. Tu hai paura della morte?

No perché la morte se non la subisci, ma la comandi ti conduce alla vita.

Nei tuoi allenamenti ti dividi fra Friuli, Toscana e penisola araba. Passi per il Friuli che è la tua terra natia, per la penisola araba ne capiamo il motivo, ma perché allenarsi anche in Toscana?

Innanzitutto per legami affettivi e poi perché se, per assurdo, alla Toscana togliamo il verde, le colline e le vigne e lasciamo solo pietre e i suoi sali e scendi riproduciamo quello che è il deserto. Contrariamente a quello che si crede il deserto non è solo una striscia giallo ocra all'orizzonte, ma un continuo sali scendi e non è solo sabbia, ma molta pietra.

Ma chi è alla fine veramente Max Calderan?

Una persona normale che, come ognuno di noi, lascia una traccia nella vita. Io vado sempre solo alla ricerca del bene, non cercando lo spirituale, ma partendo dallo spirituale. Non voglio cambiare il mondo, ma far capire che corpo e spirito, in tutti noi, sono un tutt'uno dalla forza prorompente.

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