Il cronista che vi scrive ha provato a lasciarsi decantare l’avvenimento. Ha cercato di metter da parte il sentimento per parlare solo con la ragione.
Alcuni giorni, forse, sono serviti per esser meno verbalmente forte in questa mia.
Non mi va ancora giù, e a questo punto credo che non mi andrà mai nemmeno con chilo di digestivo, il fatto che il Pontefice non possa essere andato all’Università La Sapienza.
Sapienza poca, stupidità tanta.
Il problema serio è che però, la stupidità non è farina del sacco dei quattro soliti studentelli pseudo-rivoluzionari che in queste occasioni non perdono mai occasione per prendersi il palcoscenico; per una volta allo scoperto senza bisogno di ciclostili farneticanti carbonari.
Il problema serio è che sono stati “imboccati”alla protesta - e loro pesciolini ingenui sono caduti subito nella rete - dai loro docenti.
Ed uso questa parola perché il termine insegnanti per questi signorotti è troppo!
Docenti radical chic ingrigiti con la ghiacchetta di cachemere che hanno tolto dalla naftatina le loro giovanili esuberanze sessantottine.
Un tuffo nel passato che ha portato l’Italia di 40 anni esatti indietro, e loro a rivivere la loro inutile stagione in eskimo a contestare tutto e tutti bighelloneggiando per le aule degli atenei.
Proprio loro che, ai docenti e all’università lanciavano (quando andava bene) le pietre e che ora sono al di là della cattedra ad occupare quella posizione di “comando” che all’epoca dei fervori giovanili gli era così indigesta.
Ma che lezione (di vita soprattutto!) possono dare questi incoerenti?
Questo sparuto manipolo di laureati con il voto politico che si sono permessi di abbaiare contro la paventata presenza del Pontefice all’apertura della stagione accademica e si sono trascinati dietro i loro adepti convinti ancora che ad est ci sia l’Unione Sovietica e in Cina “regni” sempre Mao.
Ma come? Loro non sono quelli che straparlano di libertà? E allora perché non concederla agli altri?
Si ricordino che la libertà di un individuo finisce là dove calpesta quella di un altro.
Loro docenti che impediscono ad un docente di lunga militanza di parlare?
Lo fanno nel nome della laicità accademica che è proprio ciò che sarebbe andato lì a sottolineare Benedetto XVI. Quindi pure ignoranti, nel senso latino del termine.
Vergogna! Vergognoso e dittatoriale impedire ad una persona, chiunque essa sia, di esprimere la propria opinione.
Ed è ridicolo ed inutile che tutti i politici nostrali corrano a lasciar dichiarazioni in cui si dissociano dall’accaduto per salire subito sul carro del vincitore.
Questi “bravi ragazzi” hanno pur agito in nome di ideologie politiche desuete, ma che sono state loro inculcate da qualcuno e che sono tutt’oggi cavallo di battaglia di alcune formazioni politiche nazionali nostalgiche.
Questo è fondamentalismo laico che vi piaccia o no questo mio termine.
Pericolisissimo perchè porta la nostra società ad una deriva imprevedibile priva di valori.
Bravo e lungimirante invece il professor Benedetto XVI che da gran signore teutonico qual è, vi è andato in tasca, dando a tutti una lezione di stile: non andare mai in casa di chi ti sputa in faccia. E così sia.
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